Riportiamo la lettera recentemente inviata dal Presidente di Federcanapa al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, attualmente Coordinatore del Tavolo delle Politiche Agricole della Conferenza Stato Regioni.
Gent. Presidente Emiliano,
le scrivo a nome di Federcanapa e mi rivolgo a Lei in quanto Coordinatore del Tavolo delle Politiche Agricole della Conferenza Stato Regioni e in quanto la sua Regione si è dimostrata una delle più attive sostenitrici dello sviluppo della canapa a usi industriali. Proprio in Puglia sono fiorite in questi ultimi anni parecchie iniziative di avanguardia sostenute dalla legge regionale sulla canapa e dai centri di ricerca come l’Università di Bari, il CNR di Lecce e l’Enea di Brindisi.
Tuttavia le aspettative degli agricoltori pugliesi e italiani rischiano di essere vanificate dal fatto che le filiere agroindustriali della canapa qui da noi, a differenza di altri Paesi, incontrano ancora seri ostacoli sotto il profilo legale. Malgrado infatti l’Italia disponga dal dicembre 2016 di una legge quadro sulla coltivazione della canapa a usi industriali, la L. 242/2016, la ‘omissione’ nel testo di alcune parti della pianta agricola – fiori e foglie in particolare, che oggi rappresentano la principale fonte di reddito per la canapicoltura – rende gli investimenti in questo settore a elevato rischio e genera a tutti i livelli notevoli incertezze nell’interpretazione della normativa. La confusione è stata aumentata dai timori creati dalla sentenza n. 30475/2019 delle Sezioni riunite della Corte di Cassazione. La Suprema Corte infatti ha ritenuto che la cannabis, senza distinzioni, sia sottoposta al divieto di produzione e commercializzazione stabilito dagli art. 14 e 73 T.U. Stupefacenti, con due rilevanti eccezioni:
- la produzione di fibre o altri usi industriali in conformità alla normativa comunitaria (che per inciso non prevede alcuna limitazione a parti specifiche della pianta);
- le destinazioni previste dall’art. 2 della L. n. 242/2016.
In realtà queste due eccezioni rendono pienamente lecita la produzione di canapa nelle sue varie parti, fiori e foglie compresi (allego la documentazione che abbiamo definito col supporto dei nostri legali). Tuttavia, il timore di cadere sotto la responsabilità penale del T.U. Stupefacenti, alcuni interventi poco coordinati di procure e forze dell’ordine e la rigidità fin qui dimostrata dall’Ufficio Stupefacenti del Ministero della Salute in materia di uso industriale delle infiorescenze, ha frenato notevolmente i progetti di investimento delle aziende italiane e straniere, che pure sono molto interessate alle coltivazioni del sud Italia.
La nostra proposta è semplice: chiediamo che siano consentiti, una volta rispettati i criteri definiti a livello nazionale e comunitario per la canapa industriale (varietà europee certificate a basso tenore di THC), tutti i processi di trasformazione della pianta di canapa per le destinazioni previste dall’art.2 della legge sulla canapa industriale 242/2016, compresi i processi di estrazione dalla biomassa di cannabinoidi non psicoattivi, come il cannabidiolo (CBD), per le diverse attività industriali, quali il settore cosmetico, farmaceutico, alimentare e manifatturiero nel rispetto della normativa vigente.
Sappiamo bene che non spetta alle Regioni sciogliere i dubbi sulla normativa e in queste settimane ci stiamo adoperando con le Commissioni parlamentari e i Ministeri competenti per ottenere quegli aggiustamenti normativi che permettano alla canapicoltura italiana di competere ad armi pari con le aziende di altri Paesi.
Tuttavia riteniamo che una chiara presa di posizione della Conferenza Stato-Regioni potrebbe dare un notevole impulso al perfezionamento della normativa. Le Regioni del resto sono le prime interessate a stimolare sul loro territorio – come recita la stessa L.242/2016 (art.1, comma c) – “lo sviluppo di filiere territoriali integrate che valorizzino i risultati della ricerca e perseguano l’integrazione locale”.
Augurandoci che la proposta accolga il suo interesse, siamo disponibili a ogni chiarimento nelle forme e nei luoghi che riterrà opportuno.
La saluto cordialmente
Beppe Croce
Presidente di Federcanapa