Ripubblichiamo un articolo di Mario A. Rosato “La Cannabis light, opportunità di reddito per l’agricoltura italiana” apparso su Agronotizie | Link
Trascorsi nove mesi dalla pubblicazione dell’articolo Canapa terapeutica e i danni del proibizionismo ideologico, proponiamo alle nostre lettrici e lettori un aggiornamento, con l’autorevole intervento di Gianpaolo Grassi, primo ricercatore dal 2002 del Centro di ricerca sulla canapa di Rovigo e membro del comitato scientifico di Federcanapa, il quale ringraziamo per le ore del suo tempo libero che ci ha gentilmente concesso per questa intervista.
Quali sono le ultime notizie dal mondo della ricerca sugli usi della canapa a scopo medico?
Durante l’ultimo congresso della International association for cannabinoid medicines (Iacm), tenutosi il 17-19 settembre 2017 in Sestri Levante, il dottor Franjo Grotenhermen, direttore esecutivo dell’associazione, ha fornito una panoramica sui nuovi trattamenti a base di cannabinoidi attualmente in fase di sperimentazione o di inizio di produzione commerciale.
In estrema sintesi: il cannabidiolo si è rivelato efficace nel trattamento di: malattia di Huntington, morbo di Parkinson, schizofrenia, sclerosi multipla (Nda specialmente nella fase cronica), intossicazione da THC (tetraidrocannabinolo, l’agente psicotropico della marijuana Nda). Il CBD ha inoltre comprovati effetti antitumorali, antinfiammatori, analgesici, ansiolitici e il suo potere antiossidante (antinvecchiamento) è superiore a quello delle vitamine C ed E.
Esiste già un farmaco a base di CBD commercializzato negli Usa, l’Epidiolex (Nda), che si è rivelato efficace per la cura dell’epilessia. L’uso del CBD per il trattamento dell’obesità e dei disturbi del sonno è già in fase pre-commerciale. Sono in fase di studio preliminare i trattamenti del diabete, del morbo di Alzheimer, della dipendenza da alcol, dell’encefalite spongiforme bovina e perfino della malaria.
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