La canapa “che fa bene” parte di slancio dalla Sicilia


Pubblichiamo un interessante articolo uscito recentemente su Terra&Vita sul progetto della società CANAPAR, Azienda socia di Federcanapa, nata a Ragusa per la lavorazione della canapa e che vuole raggiungere una produttività a regime già nel primo anno di 900 ton/anno di materia prima, da cui si otterranno cristalli di cannabidiolo (CBD) destinato all’industria farmaceutica e cosmetica.

Più CBD grazie al sole del Sud. Gli utilizzi cosmetici e medicali della canapa trainano il rinascimento colturale. Assieme a Canapar dentro i segreti di una filiera alternativa, conveniente e assolutamente estranea alla recente sentenza della Cassazione

È passato poco più di un anno, ma già si parla di raddoppiare le superfici investite entro il prossimo. Con la reintroduzione della canapa si prefigurano nuove prospettive per l’agricoltura italiana, una coltura arrivata nei nostri ambienti nel XV secolo attraverso le vie della Seta. Ci credono esperti e imprenditori di Canapar che, nel febbraio 2018, hanno presentato un progetto innovativo alle multinazionali canadesi, big del settore nel mondo, ottenendo un finanziamento di circa 18 milioni di euro.

Nasce così il primo stabilimento italiano per la lavorazione della canapa con sede a Ragusa, con una produttività a regime nel primo anno di 900 ton/anno di materia prima, da cui si otterranno cristalli di cannabidiolo (CBD) destinato all’industria farmaceutica e cosmetica. Una industria con una capacità estrattiva di 1800 ton/anno che oggi può contare di una superficie di 1055 ha (31,3% in Sicilia, 59,2% in Puglia, 9,5% in Campania).
Canapar ha puntato sulla Sicilia perché studi recenti hanno mostrato una maggiore concentrazione di cannabinoidi nella canapa coltivata nelle regioni con maggiore irraggiamento solare.

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