È di poche ore fa la sentenza del TAR del Lazio, pronunciatosi favorevolmente alla sospensione del Decreto Schillaci; esso andava a riesumare il Decreto Speranza del 1° ottobre 2020 e rendeva il CBD una sostanza stupefacente.
Il decreto era già stato sospeso il 5 ottobre scorso, fino al 24 ottobre, in “istanza cautelare”; questo al fine di verificare ulteriori prove scientifiche che provassero gli effettivi pericoli imminenti per la salute pubblica, portati in aula dal Ministero della Salute, dall’Agenzia Italiana per il Farmaco, dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Consiglio Superiore di Sanità.
La sospensione sarà attiva fino al 16 gennaio 2024 e la filiera può tirare un sospiro di sollievo; la vendita di prodotti a base di CBD è infatti di nuovo possibile senza limitazioni, fino a tale data. Speriamo tuttavia di ricevere una sentenza definitiva alla prossima udienza, dimodoché il settore possa avere più libertà nell’anno a venire. Difatti, tra le motivazioni della sospensione, figura anche:
[…] Rilevato, ai fini del periculum, che con riferimento agli interessi tutelati dall’Associazione ricorrente gli effetti del Decreto gravato non appaiono risolversi in un mero pregiudizio economico, ma sembrano comportare, altresì, importanti ricadute in termini di riorganizzazione e di riassetto, onde non incorrere in responsabilità tra cui in particolare quella penale, degli operatori di un intero settore nei quali la stessa incertezza delle scelte amministrative ha ingenerato un legittimo affidamento […]
La sentenza è visionabile interamente cliccando su questo link.
Nonostante la buona notizia, il Ministero della Salute non si arrende e sta già preparando insieme al Ministero dell’Ambiente e dell’Agricoltura, un nuovo ricorso: si tratta della risposta alla sentenza del TAR del 14 febbraio 2023, sul Decreto Officinali.
Di seguito, i link per recuperare quanto successo con il precedente ricorso e cosa stiamo facendo, come Federcanapa, per contrastarlo:
Il TAR accoglie il ricorso annullando il decreto officinali nella parte impugnata
Difendiamo la canapa dall’attacco del governo
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