Leggi il Comunicato Stampa Inerente alla Giornata del 18-03-2025.
L’industria Tessile Italiana si sta trasformando profondamente, puntando sull’innovazione per rispondere alle sfide ambientali ed alle nuove normative europee in materia di riciclo, recupero dei rifiuti tessili ed ecodesign.
Un Cambiamento trainato da ricerca, tecnologie all’avanguardia e un forte ritorno a materie prime naturali e biodegradabilli come la Canapa, che sta conquistando sempre più spazio nel tessile sostenibile.
BIOTECNOLOGIE, BIOMIMESI E TESSUTI INTELLIGENTI
Durante la conferenza “Riciclo e Riuso dei Prodotti Tessili: Tecnologie Innovative e Soluzioni” Organizzata con l’Università Bicocca Di Milano da Chimica Verde e Federcanapa,è emerso quanto sia centrale l’innovazione nel futuro del tessile.
Progetti come Penguin , ispirato alla Biomimesi del piumaggio del pinguino, stanno sviluppando capi sportivi idrorepellenti e termoisolanti interamente in cellulosa biodegradabile, facilmente recuperabile a fine vita.
Altri Progetti, come CIRCULA-TEX (con la partecipazione di Calzedonia e Yamamay) mirano a ridurre l’impatto ambientale di articoli comuni- dai collant ai tappeti- lavorando sul design circolare e sui materiali riciclabili o compostabili.
IL RITORNO DELLA CANAPA NEL TESSILE ITALIANO
Parallelamente, si assiste ad un forte rilancio della Canapa come fibra tessile naturale, sostenibile e rigenerativa.
Un tempo coltivata ampiamente in Italia, oggi la canapa torna protagonista grazie alle sue eccezionali proprietà: è biodegradabile, resistente, antibatterica e richiede pochissima acqua e nessun pesticida per crescere.
Federcanapa e diverse start-up del settore stanno promuovendo l’impiego della canapa non solo nell’abbigliamento ma anche nel design d’interni e nei tessili tecnici. Alcuni distretti tessili, come quello di Prato, stanno integrando la canapa nelle produzioni di filati misti e nei tessuti tecnici, sfruttando anche le biotecnologie enzimatiche per ammorbidire la fibra e migliorarne la filabilità, rendendola competitiva rispetto a cotone e fibre sintetiche.
TESSUTI NON TESSUTI E IMPIANTI DI RECUPERO
Anche il settore dei tessuti non tessuti (TNT), che include mascherine, pannolini, salviette e geotessili, è coinvolto nella transizione green. Ogni anno se ne producono nel mondo circa 130 milioni di tonnellate: una mole impressionante, spesso destinata a inceneritori o discariche. Per invertire la rotta, aziende come Magnera stanno studiando biotecnologie a base di enzimi e microrganismi per separare materiali e accelerarne la biodegradazione, evitando la dispersione in microplastiche.
In parallelo, imprese come Gea-Greenthesis stanno costruendo impianti di sfilacciatura e recupero delle fibre (come quello in provincia di Padova), restituendo valore agli scarti industriali e reinserendoli nella filiera tessile.
UN SETTORE IN TRANSIZIONE CIRCOLARE
Centri come CentroCot e Tecno Tessile, insieme al consorzio Retex Green del Gruppo SAFE, stanno supportando le imprese italiane nella transizione circolare, con progetti pilota e sperimentazioni su filiere interamente tracciabili e rigenerative.
L’insieme di questi sforzi – dall’impiego di fibre biodegradabili come la canapa, alla biomimesi, fino al riciclo enzimatico – non solo migliora la sostenibilità ambientale, ma rafforza la competitività del Made in Italy nel panorama internazionale. La moda e il tessile italiani non stanno solo riducendo il proprio impatto ambientale: stanno riscrivendo il proprio futuro.
Di seguito alcune foto della Giornata, qui potrete trovare le presentazioni dei relatori.
Khadija Ajmi – Greenthesis
Daniele Biondi- Hera Ambiente
Giulio Piccin – AKU Design
Albachiara Boffelli e Beatrice Colombo
Maurizio Pagani – Magnera
Laura Cipolla- Università Bicocca